Ricorsi Scuola

Nel mondo dell’educazione, gli insegnanti svolgono un ruolo cruciale nello sviluppo delle future generazioni. Tuttavia, spesso si trovano ad affrontare questioni complesse legate alla loro professione, dalle condizioni di lavoro alla retribuzione. È qui che entrano in gioco i ricorsi Scuola, strumenti legali attraverso cui gli insegnanti possono rivendicare i loro diritti. In questo articolo, ci concentreremo su quattro tipologie principali di ricorsi, fornendoti tutte le informazioni necessarie per navigare queste acque talvolta tumultuose.

In questo articolo, scoprirai tutto quello che devi sapere sui ricorsi scuola, una guida essenziale per ogni insegnante che desidera difendere i propri diritti e migliorare le proprie condizioni lavorative. Con informazioni dettagliate e consigli pratici, miriamo a renderti più sicuro nel navigare il complesso mondo dei ricorsi scolastici, assicurando che la tua voce venga ascoltata.


Ricorso Carta Docente

Che cos’è il CD. Bonus Carta Docente?

Il Bonus Carta Docente è un’iniziativa del governo volta a sostenere l’aggiornamento professionale degli insegnanti, attraverso un contributo di 500 euro annuali. La cosiddetta carta docente, formalmente nota come “Carta elettronica per l’aggiornamento e la formazione dei docenti di ruolo delle istituzioni scolastiche”, è stata resa possibile dalla Legge n. 107 del 13 luglio 2016 (Buona Scuola), specificatamente all’articolo 1 comma 121. Originariamente, questo beneficio era riservato esclusivamente ai docenti di ruolo.

Tuttavia, la situazione ha visto un’evoluzione significativa: a seguito di diversi ricorsi da parte di docenti precari, il Consiglio di Stato, con la sentenza del 16 marzo 2022 n. 1845, ha esteso il diritto alla Carta Docente anche a questa categoria. Analogamente, la Corte di Giustizia Europea ha pronunciato un’ordinanza il 18 maggio 2022, dichiarando incompatibile con l’ordinamento dell’Unione Europea la precedente esclusione dei docenti precari dal beneficio del bonus di 500 euro.

Che cos’è il ricorso Carta Docente?

Il ricorso Carta Docente è lo strumento legale attraverso cui i docenti a tempo determinato possono richiedere il Bonus Carta Docente di 500 euro annuali, rivolgendosi ai Tribunali competenti. Questa procedura garantisce che il bonus venga accreditato direttamente sul portale dedicato dal Ministero dell’Istruzione e del Merito.

A chi è rivolto il ricorso Carta Docenti precari?

Questo ricorso si rivolge principalmente a:

  • Insegnanti precari di ogni ordine e grado, impiegati con contratti statali presso il MIM.
  • Coloro che hanno effettuato supplenze brevi prorogate, raggiungendo i 180 giorni di servizio necessari entro il 30/06 di ogni anno scolastico.

L’obiettivo è consentire anche ai precari di beneficiare della carta del docente per ogni anno di servizio prestato.

Quali sono i requisiti per aderire al ricorso Carta Docente?

Per aderire, è necessario:

  • Avere ricoperto o ricoprire il ruolo di docente a tempo determinato, con servizio statali dipendente dal MIM.
  • I docenti di ruolo, anche neo-assunti, che desiderano recuperare il bonus per periodi di supplenza precedenti, possono partecipare al ricorso.

Quanto costa il ricorso?

Il ricorso non comporta spese per i docenti. Gli onorari legali sono a carico del Ministero dell’Istruzione e del Merito, secondo quanto stabilito dal Tribunale al momento dell’accoglimento del ricorso.

Quali sono i documenti necessari per il ricorso?

I documenti da presentare includono:

  • Copia della carta d’identità e codice fiscale.
  • Copia dei contratti di lavoro a tempo determinato per gli anni di servizio per cui si richiede il bonus, o il prospetto R1 rilasciato dal Ministero.
  • Autocertificazione per l’esenzione dal pagamento del contributo unificato, se applicabile.

Che cos’è l’autocertificazione per l’esenzione al pagamento del contributo unificato?

È un modulo che permette l’esenzione dal pagamento del contributo unificato per la presentazione del ricorso, applicabile se il reddito del richiedente e dei familiari conviventi non supera i 38.514,03 euro per l’anno 2023.

Qual è il tribunale competente per il ricorso?

Il Tribunale competente è quello del luogo di ultima prestazione di servizio come docente alle dipendenze del MIM.

Quanto tempo occorre per ottenere l’accoglimento dal Tribunale?

Le tempistiche variano in base al Tribunale, ma generalmente non superano l’annualità. Alcuni Tribunali possono decidere anche entro 30 giorni.

Quando si prescrive il diritto alla Carta Docente?

Il diritto alla Carta Docente si prescrive in 5 anni per i docenti ancora in servizio e in 10 anni per chi è uscito dal sistema scolastico.


Ricorso per la Retribuzione Professionale Docente

Che cos’è la “Retribuzione Professionale Docente”?

La Retribuzione Professionale Docente (RPD) rappresenta una componente fissa e continuativa della remunerazione dei docenti. Introdotto dal CCNL del 15.3.2001, questo compenso va oltre il pagamento per ore aggiuntive, progetti o incarichi speciali. Si articola in tre fasce retributive, corrisposte per dodici mensilità, come definito dall’articolo 25 del CCNI del 31.8.1999. Attualmente, l’importo della RPD è di € 184,50 mensili lordi, rappresentando circa il 10% della paga base.

A chi è dovuta la Retribuzione Professionale Docente?

Questa retribuzione è spettante a tutti i docenti di ruolo e precari, inclusi coloro che svolgono “supplenze brevi”. Dal 2018, la Corte di Cassazione ha eliminato ogni forma di discriminazione tra personale fisso e precario per quanto riguarda la RPD, sostenendo il principio di parità di trattamento.

Come capire se è stata versata o meno l’RPD?

L’importo della RPD è indicato nel cedolino paga nella sezione “Competenze fisse” sotto la voce “Elem. Retribuzione Professionale Docenti”. La mancanza di questa voce nel cedolino, in particolare per i docenti con supplenze, indica che la RPD non è stata corrisposta e può essere rivendicata tramite ricorso al Tribunale competente.

Come farsi riconoscere tale retribuzione accessoria?

Nonostante le pronunce della Cassazione, il Ministero dell’Istruzione e del Merito non ha fornito indicazioni per il pagamento automatico della RPD a tutti gli aventi diritto. Pertanto, il ricorso al Tribunale resta l’unico strumento per ottenere il riconoscimento e il pagamento dell’importo dovuto, oltre agli interessi e alla rivalutazione monetaria.

Quanto costa il ricorso?

Il ricorso è gratuito per i docenti. Le spese legali saranno a carico del Ministero, che verrà condannato a rimborsare gli avvocati per le spese del procedimento in caso di accoglimento del ricorso.

Quali sono i documenti necessari per il ricorso?

Per presentare il ricorso, è necessario inviare:

  • Copia della carta d’identità e codice fiscale.
  • Cedolini delle buste paga dove non risulta l’accredito della RPD.
  • Copia dei contratti di lavoro a tempo determinato.
  • Autocertificazione per l’esenzione dal pagamento del contributo unificato.

Che cos’è l’autocertificazione per l’esenzione al pagamento del contributo unificato?

È un modulo che permette di essere esentati dal pagamento del contributo unificato per la presentazione del ricorso, necessario se il reddito del richiedente e dei suoi familiari conviventi non supera i € 38.514,03.

Qual è il Tribunale competente per il ricorso?

Il Tribunale competente è quello dell’ultimo luogo di esercizio della qualifica di docente alle dipendenze del MIM, in genere il Tribunale Ordinario in funzione di Giudice del Lavoro.

Quanto tempo occorre per ottenere l’accoglimento dal Tribunale?

I tempi variano in base al Tribunale, ma generalmente l’accoglimento del ricorso avviene entro l’annualità. Alcuni Tribunali decidono anche in soli 30 giorni.


Ricorso per il Compenso Individuale Accessorio

Che cos’è il Compenso Individuale Accessorio (CIA)?

Il Compenso Individuale Accessorio (CIA) è una forma di remunerazione stabilita dal Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro per il personale ATA (Amministrativo, Tecnico e Ausiliario). Questo compenso, di natura fissa e continuativa, è destinato a riconoscere il lavoro del personale ATA indipendentemente dalle ore aggiuntive o dai progetti speciali a cui possono partecipare. La verifica della sua erogazione può essere fatta attraverso il cedolino NoiPA, dove dovrebbe essere esplicitamente indicato.

A chi è dovuto il CIA?

Nonostante il CIA sia teoricamente dovuto a tutto il personale ATA, inclusi supplenti brevi e saltuari, nella pratica il Ministero dell’Istruzione tende a riconoscerlo solo ai dipendenti di ruolo e ai supplenti con contratti fino al 30 giugno. Questa discrepanza ha portato numerosi tribunali a stabilire che il CIA spetta a tutti, senza distinzioni, in base a diverse sentenze che hanno sottolineato l’illegittimità di una discriminazione tra personale a contratto indeterminato e supplenti.

Come capire se l’importo è stato pagato?

La presenza del CIA nel cedolino è indicata dalla dicitura “Compenso Individuale Accessorio” seguita dall’importo spettante, che varia tra i 66,90 e i 73,70 euro a seconda dell’area di appartenenza. L’assenza di questa voce suggerisce che il compenso non è stato erogato, aprendo la via per la presentazione di un ricorso.

Come farsi riconoscere il CIA?

Nonostante le chiare indicazioni giurisprudenziali, il Ministero dell’Istruzione non ha ancora adottato una linea di condotta che preveda l’erogazione automatica del CIA a tutti i beneficiari. Di conseguenza, per ottenere ciò che è dovuto, i lavoratori ATA devono presentare ricorso al Tribunale competente, chiedendo l’accredito del CIA non corrisposto, oltre agli interessi e alla rivalutazione monetaria.

Quanto costa il ricorso?

Il ricorso per il riconoscimento del CIA non comporta costi per il personale ATA. Le spese legali, infatti, sono a carico del Ministero dell’Istruzione e del Merito in caso di accoglimento del ricorso da parte del Tribunale.

Quali sono i documenti necessari per il ricorso?

Per avviare il procedimento, è necessario fornire:

  • Copia della carta d’identità e del codice fiscale.
  • Cedolini paga che non riportano l’accredito del CIA.
  • Copia dei contratti di lavoro, anche per supplenze brevi o saltuarie.
  • Autocertificazione per l’esenzione dal pagamento del contributo unificato, se applicabile.

Che cos’è l’autocertificazione per l’esenzione al pagamento del contributo unificato?

Questo modulo consente di ottenere l’esenzione dal pagamento del contributo unificato per la presentazione del ricorso, a condizione che il reddito del richiedente e dei suoi familiari conviventi non superi i 38.514,03 euro. È necessario valutare i redditi di tutti i familiari conviventi, inclusi quelli non presenti nel certificato anagrafico di stato di famiglia.

Qual è il Tribunale competente per il ricorso?

Il Tribunale competente è quello dell’ultimo luogo di esercizio della qualifica di ATA, in genere il Tribunale Ordinario funzionante come Giudice del Lavoro.

Quanto tempo occorre per ottenere l’accoglimento dal Tribunale?

Le tempistiche variano a seconda del Tribunale, ma generalmente il ricorso viene accolto entro un’annualità. Alcuni Tribunali possono decidere in appena 30 giorni.


Ricorso Carta Docente per l’Insegnamento della Religione Cattolica

Che cos’è il CD. Bonus Carta Docente Religione Cattolica?

Il Bonus Carta Docente Religione Cattolica rappresenta una specifica applicazione del Bonus Carta Docente, un contributo di 500 euro annui destinato agli insegnanti per sostenere il loro aggiornamento professionale. Questo bonus, introdotto con la Legge n. 107 del 13 luglio 2016, era inizialmente riservato ai docenti di ruolo ma, a seguito di diverse sentenze, è stato esteso anche ai docenti precari, inclusi quelli di religione cattolica.

Che cos’è il ricorso Carta Docente Religione Cattolica?

Il ricorso Carta Docente Religione Cattolica è un’azione legale tramite la quale i docenti a tempo determinato, inclusi quelli di religione cattolica, possono ottenere il Bonus Carta Docente. Questo passaggio richiede l’intervento dei Tribunali competenti e, una volta accolto il ricorso, il bonus viene accreditato sul portale dedicato dal Ministero dell’Istruzione.

A chi è rivolto il ricorso?

Questo ricorso si rivolge principalmente a:

  • Insegnanti precari di ogni ordine e grado, compresi quelli di religione cattolica, con contratti statali.
  • Docenti che hanno effettuato supplenze brevi prorogate, raggiungendo almeno 180 giorni di servizio entro il 30/06.

La presentazione del ricorso permette ai docenti precari, inclusi quelli di religione cattolica, di ottenere il bonus per ogni anno di servizio svolto.

Quali sono i requisiti per aderire al ricorso?

Per partecipare al ricorso, è necessario:

  • Avere svolto o svolgere funzioni di insegnante a tempo determinato, inclusi periodi di supplenza breve o saltuaria.
  • Essere docenti di ruolo, anche neo-assunti, interessati a recuperare il bonus per anni di servizio prestati come precari.

Quanto costa il ricorso?

Il ricorso è gratuito per i docenti. Le spese legali sono a carico del Ministero dell’Istruzione e del Merito, che, in caso di accoglimento del ricorso, dovrà anche corrispondere le spese legali all’avvocato del docente.

Quali sono i documenti necessari per il ricorso?

Per presentare il ricorso, occorre fornire:

  • Copia della carta d’identità e del codice fiscale.
  • Copie dei contratti di lavoro a tempo determinato.
  • Autocertificazione per l’esenzione dal pagamento del contributo unificato.

Che cos’è l’autocertificazione per l’esenzione al pagamento del contributo unificato?

Questa autocertificazione permette di ottenere l’esenzione dal pagamento del contributo unificato per il ricorso, a patto che il reddito del richiedente e dei familiari conviventi non superi i 38.514,03 euro annui.

Qual è il Tribunale competente per il ricorso?

Il Tribunale competente è quello dell’ultimo luogo di esercizio della qualifica di docente, funzionante come Giudice del Lavoro.

Quanto tempo occorre per ottenere l’accoglimento dal Tribunale?

Le tempistiche variano a seconda del Tribunale, ma generalmente il ricorso viene accolto entro un’annualità. In alcuni casi, la decisione può arrivare anche in soli 30 giorni.

2 Commenti

  1. Buona sera volevo sapere se fate ricorso anche x far valere l’anno militare in vista della graduatoria terza fascia

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