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Nei prossimi cinque anni, il mercato del lavoro italiano richiederà laureati in settori chiave. Le aree più richieste saranno Economia, Ingegneria, Medicina, Informatica, Giurisprudenza e Istruzione. Queste lauree saranno fondamentali per soddisfare le esigenze del mercato, sostenute da investimenti economici e trasformazioni digitali. La domanda crescerà per medici, ingegneri, specialisti IT, economisti, avvocati e insegnanti, rispondendo a bisogni demografici e tecnologici del paese.
Chi sta scegliendo il proprio percorso universitario dovrebbe considerare queste aree per maggiori opportunità di impiego in Italia.
Se l’approfondimento su Quali sono le lauree più richieste nei prossimi cinque anni in Italia non ti interessa, puoi sempre dare un’occhiata alle News sul mondo del lavoro o dare uno sguardo ai Concorsi Pubblici o altri concorsi per laureati.
Indice
Quali titoli saranno più richiesti
Laurearsi in discipline STEM resta una scelta strategica per il futuro. Nei prossimi cinque anni, le lauree in Ingegneria saranno le più richieste, con un fabbisogno stimato tra le 36 e le 41 mila unità all’anno. Particolarmente rilevante è la domanda per ingegneri civili, con una previsione di 13-15 mila nuovi posti di lavoro annui. Anche le aree di matematica, fisica e informatica mostrano una forte crescita, con una domanda tra le 12 e le 14 mila unità all’anno.
Se desideri approfondire le discipline STEM, e come funziona questo tipo di concorso: leggi questa guida.
Le discipline non-STEM vedono un’elevata domanda di laureati, soprattutto nel campo economico-statistico, con una previsione tra le 44 e le 50 mila unità all’anno. Anche l’insegnamento e la formazione, comprese le scienze motorie, sono in forte crescita, con una richiesta stimata tra le 42 e le 45 mila unità annue. Il settore medico-sanitario segue con 38 mila nuovi posti di lavoro previsti ogni anno.
Oltre alle lauree STEM e non-STEM, ci sono altri settori con una domanda significativa. Le aree giuridica e politico-sociale prevedono tra le 27 e le 28 mila assunzioni annuali. Le scienze biologiche e tecnologiche, insieme al settore chimico-farmaceutico, sono anch’esse in crescita. Anche i settori di psicologia, agroalimentare-zootecnico e linguistico mostrano una domanda costante, sebbene inferiore alle 10 mila unità lavorative annue.
Queste tendenze evidenziano l’importanza di scegliere percorsi di studio che rispondano alle esigenze del mercato del lavoro italiano nei prossimi anni.
Quali sono le carenze e gli eccessi nella domanda e offerta di laureati
Le carenze più significative riguardano i percorsi STEM. Secondo i dati di Unioncamere, ogni anno mancheranno tra 8.000 e 17.000 giovani laureati in discipline come ingegneria, matematica, fisica e informatica. Questi settori sono fondamentali per lo sviluppo tecnologico ed economico, ma la domanda supera di gran lunga l’offerta di laureati disponibili.
Oltre ai percorsi STEM, anche altri settori mostrano carenze significative. Nell’insegnamento e nella formazione mancheranno tra 9.000 e 12.000 persone qualificate ogni anno. L’area economico-statistica avrà un deficit tra 5.000 e 11.000 laureati, mentre il settore medico-sanitario richiederà circa 7.000 laureati in più rispetto a quelli disponibili.
Al contrario, alcuni settori umanistici prevedono un eccesso di laureati rispetto alla domanda del mercato. In particolare, le aree politico-sociale, psicologica e linguistica avranno un surplus di laureati, con molte più persone disponibili rispetto alle opportunità lavorative offerte dal mercato.
Queste informazioni evidenziano l’importanza di scegliere percorsi di studio che rispondano alle esigenze del mercato del lavoro per evitare il rischio di disoccupazione o sottoccupazione.
Perché l’amministrazione pubblica è alla ricerca di laureati
La pubblica amministrazione rappresenta uno dei principali datori di lavoro per i laureati. Il fabbisogno di profili con un titolo di livello terziario nella pubblica amministrazione è previsto al 79% del totale, una cifra significativamente più alta rispetto al settore privato, dove si attesta al 27%. Questo dato evidenzia l’importanza delle competenze avanzate e specialistiche nella gestione dei servizi pubblici.
Nel caso di profili con una formazione di livello secondario, la situazione è diversa. La domanda di figure con qualifiche tecnico-professionali è più alta nel settore privato, coprendo il 55% del fabbisogno totale. Al contrario, nella pubblica amministrazione, questa percentuale scende al 17%. Questo riflette la diversa natura delle competenze richieste nei due settori, con il privato che valorizza maggiormente le abilità pratiche e tecniche.
Le figure con un background liceale hanno un appeal limitato sia nella pubblica amministrazione che nel settore privato. Nella pubblica amministrazione, queste figure rappresentano solo il 4% del fabbisogno totale, mentre nel settore privato la percentuale è leggermente più alta, al 5%. Questo indica che, sebbene possano esserci opportunità, la preferenza va verso profili con qualifiche più specialistiche e tecniche.
Questi dati sottolineano l’importanza di una formazione adeguata e specifica per entrare con successo nel mercato del lavoro, sia nel settore pubblico che in quello privato.
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