Limite di età nei Concorsi Pubblici: fino a che età si può partecipare?

Il limite di età costituisce un requisito fondamentale per la partecipazione a un concorso o a determinate offerte di lavoro. Spesso si parla di età “non inferiore agli anni… e/o non superiore ad…”.

Questo tema emerge principalmente riguardo all’ammissione a una procedura concorsuale pubblica di reclutamento di personale, sia a tempo indeterminato che a tempo determinato.

L’articolo 3, comma 6, della L. 127/1997 (la seconda Bassanini) dispone l’eliminazione del limite anagrafico per iscriversi ai concorsi pubblici, affermando che la “partecipazione ai concorsi indetti da pubbliche amministrazioni non è soggetta a limiti di età, salvo deroghe dettate da regolamenti delle singole amministrazioni connesse alla natura del servizio o a oggettive necessità dell’amministrazione”.

Questo significa che, in linea generale, tutti possono partecipare ai concorsi pubblici a prescindere dall’età, con eccezioni specifiche per alcune categorie come le forze armate e il comparto sicurezza.

La legge 30 ottobre 2013, n. 125, ha ribadito i limiti degli ordinamenti a seguito dell’introduzione del nuovo sistema pensionistico della legge 22 dicembre 2011, n. 214. Questo sistema ha elevato il requisito dell’età per l’accesso alla pensione a 67 anni, rendendo necessario superare i 65 anni per maturare il diritto alla pensione. Il legislatore ha circoscritto la possibilità di superare tale limite per il personale delle pubbliche amministrazioni, in linea con la giurisprudenza costituzionale.

La legge Bassanini, pur affermando il principio generale per cui tutti possono partecipare ai concorsi pubblici a prescindere dall’età, consente deroghe per specifici concorsi, in particolare nelle forze armate e nel comparto sicurezza, dove la natura del servizio richiede limiti di età specifici.

La maggior parte dei concorsi in Pubbliche Amministrazioni non è soggetta a limiti di età, salvo deroghe specifiche dettate da regolamenti delle singole amministrazioni.

I concorsi delle Forze armate e altre categorie specifiche prevedono limiti di età differenti a seconda della posizione da occupare. Ecco alcuni esempi:

Polizia di Stato:
– Fino a 30 anni per il commissario e direttore tecnico della Polizia.
– Fino a 40 anni per un ruolo nell’amministrazione civile.
– Massimo 35 anni per la posizione di medico nella Polizia.
– Fino a 32 anni per la posizione di medico veterinario.
– Fino a 26 anni per Allievi Agenti Polizia di Stato.

Vigili del Fuoco:
– 26 anni per i concorsi con accesso alla qualifica di Vigile del Fuoco.
– 30 anni per la qualifica di Ispettore antincendi.
– 45 anni per i ruoli tecnico-professionali.

Carabinieri:
– Da 17 a 22 anni per i concorsi per Ufficiale del ruolo normale dell’Accademia.
– Da 17 a 28 anni per chi ha prestato servizio militare per una durata non inferiore alla formazione obbligatoria.
– 28 anni per il concorso di Allievo carabiniere.

La corretta interpretazione di questi termini è stata chiarita dall’Adunanza Plenaria del Consiglio di Stato con la sentenza del 2 dicembre 2011 n. 21. Quando la legge ricollega il verificarsi di determinati effetti al compimento di una data età, questi decorrono dal giorno successivo a quello del compleanno.

Pertanto, si “supera” il limite di età indicato quale requisito di ammissione nello stesso giorno in cui si compiono, e quindi si esauriscono, gli anni indicati nella clausola del bando.

La Funzione Pubblica ha chiarito che se un candidato ha superato il limite anagrafico relativo all’ordinamento per cui intende concorrere, non potrà partecipare al concorso né essere assunto, indipendentemente dal fatto che abbia raggiunto o meno i requisiti per l’accesso al trattamento pensionistico.

A questa pagina, puoi trovare il parere completo della Funzione Pubblica, in merito alla questione dei limiti di età.

La Corte di Giustizia europea ha precisato che la fissazione di un’età massima per l’assunzione può essere stabilita, ma tali discriminazioni sono tollerate solo se proporzionate all’attività per cui si concorre. Se considerati discriminatori e sproporzionati, i limiti di età possono essere impugnati presso un tribunale italiano, in linea con la sentenza della Corte di Giustizia europea.

I limiti di età sono pienamente legittimi secondo la legislazione italiana ed europea, purché proporzionati e non discriminatori. In caso contrario, possono essere oggetto di impugnazione presso un tribunale italiano, richiamando le direttive e sentenze europee.